Il Salone del Libro di Torino è il paradiso dei
lettori, il "paese delle meraviglie" degli accumulatori seriali di libri, ma è
anche la “diritta via che era smarrita” per chi col tempo ha perso la strada
della lettura, per chi non riesce più a ritagliare qualche ora da dedicare alla fuga
dalla realtà, dai problemi e al viaggio per l’immedesimazione in “Uno, nessuno,
centromila” personaggi.
Insomma, c'è spazio per tutti in questo Salone delle Meraviglie!
Ma il mio SalTo è stato differente, grazie all'esperienza vissuta grazie alla casa editrice Giunti.

Sì perchè non capita tutti i giorni di vivere i retroscena dell'editoria chiacchierando con chi, di libri ci vive.
Ascoltare
Donatella, una delle editrici di Giunti, fa capire come la realtà degli editor
sia proprio come la si racconta nei film: la casella della posta elettronica
intasata dai file che raccontano storie mentre, chi li ha prodotti, attende un
verdetto entro poche pagine. Basta qualche centinaio di righe per realizzare o far
sfumare un sogno.
E poi, come nei
migliori film, talvolta il lieto fine arriva.
Come nella storia di Emilia Garuti, appena diciottenne
quando abbozza il suo primo libro “Le anatre di Holden sanno dove andare” e lo
inoltra coraggiosamente via mail alle case editrici più importanti.
E così la storia di Willelmina affascina anche la mente
critica e ferma come quella di un editor.
La sua storia di teenager
investita dal senso di disagio tipico dell’adolescenza, strappa un sorriso a
chi tra quelle pagine rivive il clima degli tra i banchi di scuola. Ma non
pensate alla solita storia banale; con spontaneità e ironia sarete travolti dai pensieri di una “giovane vecchia”, che nonostante l’istinto di
seguire il branco, sceglie di andare per la sua strada, snobbando gli stereotipi da adolescente ribelle come il sesso e la droga. Citazioni un po' snob, episodi divertenti e tante riflessioni; oggi, due anni dopo la stesura, la storia di Will, trionfa spavalda tra i romanzi degli scaffali delle
librerie.
Differente è la
storia di Paola Capriolo, scrittrice affermata che nel suo “Mi ricordo” ci
coinvolge nell'intrecciarsi di due storie di donne: Adela e Sonja. Un libro che ha come punto di partenza l’amore per un personaggio che incarna l’arte in tutte le sue forme: la poesia, la musica, la pittura. Tra una serata a teatro e i racconti delle persecuzioni razziali, pare di sentir suonare in sottofondo un notturno di Chopin e le note del Pipistrello di Strauss che fanno da colonna sonora al libro, mentre riecheggia salvifica la famosa frase di Dostoevskij,“La bellezza salverà il mondo”.
Poi c’è la
delicatezza di Silvia Vecchini e Le parole giuste con cui l’autrice racconta la
storia di Emma, bambina malata di dislessia. Il racconto del disagio di chi vive la dislessia e vorrebbe sconfiggerla con le proprie forze. Una realtà che appare lontanissima per noi che riusciamo a scivolare con destrezza tra parole, punteggiatura e spazi bianchi ma che per chi soffre di questo disturbo sembrano insormontabili ostacoli.

Con questo mio mini diario di #GiuntialSalTo, spero di essere riuscita a trasmettervi lo stesso entusiasmo per la lettura che io ho ritrovato tra le pareti del Lingotto Fiere.
Vi lancio una sfida: per chi come me avesse riposto in un angolo un libro cominciato e mai terminato, che ne dite di riprenderlo in mano e ricominciare a leggere?


Tutte le foto sono di Giuseppe Orrù
Che bello Gemmaa !
RispondiEliminaVolevo venire anch'io solo che con gli esami me ne sono dimenticata :(
Con le vacanze mi porterò dietro tutti quelli da finire, stando attenta a non conprarne altri ahhaha
un bacio grande,Veronica ♥
carinissime le foto!
RispondiEliminahttp://www.cristinasurdu.com/